La crisi dei chip blocca anche la produzione di Whirlpool a Varese

Whirlpool è costretta a fermare le linee di produzione per mancanza di processori mettendo tutti in cassa integrazione.

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Dopo il blocco delle fabbriche di auto in Germania, la mancanza di chip blocca anche le linee produttive dello stabilimento Whirlpool di Cassinetta di Biandronno, Varese, costringendo l’azienda a stipulare un accordo di cassa integrazione per i dipendenti a causa della mancanza dei componenti.

La crisi dei semiconduttori, infatti, ha colpito tutti i settori che utilizzano circuiti integrati obsoleti come auto, elettrodomestici e dispositivi medicali, perché i produttori di chip, affaticati dall’aumento della domanda, hanno indirizzato le loro risorse produttive verso settori più innovativi e quindi più redditizi, come smartphone e console da gaming, lasciando indietro grandi marchi che sono stati costretti a rallentare o addirittura bloccare la produzione. 

Il problema risiede nel fatto che non è semplice cambiare un componente fatto su misura all’interno di un assieme complesso, non è possibile sostituirlo con qualcosa di equivalente. Per questo l’intera produzione di Whirlpool, già altalenante nell’ultimo mese, si è bloccata.

Anche i giganti della tecnologia come Apple, Microsoft e Sony non sono stati risparmiati dalla crisi dei microprocessori e hanno dovuto ridimensionare la produzione di dispositivi di ultima generazione, limitando notevolmente le vendite.

La situazione rischia di aggravarsi ulteriormente. Stando alle dichiarazioni di Qualcomm, infatti, uno dei giganti del settore, la crisi durerà almeno sei mesi. Nel frattempo la multinazionale di elettrodomestici si sta già muovendo per attuare soluzioni diverse ed ampliare la sua gamma di fornitori.