Recensione Google Nest Hub 2

L’assistente vocale di casa Google arriva alla seconda generazione. Vediamo quali sono i punti di forza e i punti deboli di questo nuovo Nest Hub 2.

Recensione Google Nest Hub 2

Google Nest Hub 2, la nuova generazione dell’assistente vocale di casa Google introduce grandi novità. Dall’audio migliorato ai sensori per monitorare gesti e sonno, vedremo quali sono tutti gli aggiornamenti di questa nuova versione e analizzeremo in dettaglio tutto quello che questo hub sa fare e cosa secondo noi potrebbe essere migliorato.

Ovviamente, ormai spiegare cosa un assistente vocale sa fare sembra quasi superfluo, quindi mi limiterò ad una brevissima introduzione. Infatti riassumendo al massimo, con questo dispositivo, in accoppiata con hardware specifici, saremo in grado di domotizzare la nostra casa e renderla smart. Molte cose potranno quindi essere fatte tramite comandi vocali, tramite routine prestabilite o tramite hub e smartphone.

Google Nest Hub si è aggiornato alla seconda generazione. Un aggiornamento che esteticamente sembra di poco conto, ma che in realtà nasconde molte chicche e miglioramenti sotto il cofano, rendendo tutta l’esperienza molto più fluida e piacevole rispetto alla precedente versione.

Vedremo durante tutta la recensione quali sono i miglioramenti più significativi che si hanno con questo Google Nest Hub 2, rispetto alla versione precedente.

Contenuto della scatola

La confezione di questo Google Nest Hub 2 è la ormai classica di Mountain View, abbastanza minimal e con un bel colore bianco che non appesantisce e richiama il colore della cornice dell’assistente vocale.

Contenuto della scatola di Google Nest Hub 2

Appena aperta la scatola ci ritroviamo subito il nostro Google Nest Hub 2, poi il trasformatore da parete e una guida rapida, a mio avviso anche un po’ troppo rapida, ma in linea con ormai tutti i prodotti anche di altri marchi.

Google Nest Hub 2 non è dotato di batteria, quindi una volta collegato alla presa elettrica si accende ed è pronto per la configurazione.

Configurazione che, se è la prima volta in assoluto che utilizziamo un dispositivo smart di questo tipo, può non risultare semplicissima, ma che può comunque essere affinata con il tempo una volta che impariamo a conoscerne tutte le sue funzionalità.

Quasi tutto va fatto direttamente dall’app e pochissimo può essere fatto dal Google Nest Hub 2, cosa che sinceramente non ho apprezzato moltissimo. Vista infatti la presenza di un display da 7’’ che renderebbe la modifica delle impostazioni del dispositivo molto semplice, avrei voluto che molte più cose potessero essere modificate senza dover aprire l’app. Ad esempio, anche connettere un dispositivo bluetooth, come uno speaker, non può essere fatto dal Nest Hub.

Design e Display

Rispetto al precedente modello, Google Nest Hub 2 mantiene sì lo stesso design, ma elimina il bordo esterno della cornice del display. Cosa questa che lo rende molto più gradevole alla vista e più facile da pulire. 

Per il resto, esteticamente sono identici. Sul retro, rivestito in tessuto e in plastica, troviamo l’ingresso per l’alimentazione, i controlli per il volume e il tasto per disattivare i microfoni, che passano da due a tre microfoni a lungo raggio.

Foto della parte posteriore di Google Nest Hub 2

Infatti nella nuova generazione è stato aggiunto un terzo microfono che è stato appunto posizionato sul retro, mentre gli altri due sono posizionati sulla parte frontale, nella cornice.

L’aggiunta del terzo microfono ha sicuramente migliorato la ricezione dei nostri comandi vocali da parte del nostro Google Nest Hub 2. Ma comunque in molti casi, se ad esempio siamo lontani o magari siamo girati, non sempre percepisce il comando. In questi casi, tramite le impostazioni nella sezione audio dell’app, è possibile modificare la sensibilità di attivazione, aumentandola di uno o due punti. 

Io ad esempio l’ho impostato ad un livello +1 perché a volte mentre cucinavo, con i vari rumori di sottofondo e la lontananza, poteva non avviare il comando vocale. Così invece ho trovato un ottimo compromesso e posso impartire i comandi vocali con un tono normale senza dover necessariamente alzare la voce anche quando sono lontano. 

Il display è un touchscreen da 7’’ con una risoluzione di 1024 x 600px, che grazie al sensore ambientale e al sensore cromatico, riesce a creare un effetto molto piacevole e di impatto. Infatti, quando questo sensore è attivato, le immagine sembrano quasi stampate sul display e non create per illuminazione. L’effetto è veramente di qualità e rende Google Nest Hub 2 molto piacevole da guardare

Display di Google Nest Hub 2

Quando poi tramonta il sole, il dispositivo switcha automaticamente da modalità chiara a scura, oscurando i vari menu e tutte le funzioni.

Sulla parte alta del display troviamo il sensore Soli, grande novità di questo Google Nest Hub 2, che permette molte funzioni in più rispetto al precedente modello, come vedremo più avanti.

Sottolineiamo che si tratta però di un sensore che rileva i movimenti e non di una fotocamera. Quindi non è in grado di percepire una immagine chiara e nitida, a favore della privacy che viene rispettata. Di contro però, appunto non avendo una fotocamera, non è possibile durante le videochiamate mostrare il nostro video. Infatti quando effettuiamo una chiamata, noi saremo in grado di vedere l’altra persona, se questa ha una fotocamera, ma lei non sarà in grado di vedere noi.

Audio

Un altro punto dove questo Nest Hub è stato migliorato rispetto alla precedente generazione, è sicuramente l’audio. Ora troviamo un suono più chiaro e gradevole, con dei bassi molto più presenti.

Ascoltare musica con Spotify su Google Nest Hub 2

Google dichiara che le basse frequenze sono più forti del 50% rispetto al precedente modello. Ed effettivamente Google Nest Hub 2 ha un audio che ci ha convito decisamente, come sempre considerando il tipo di dispositivo e la fascia di prezzo in cui si colloca. Soprattutto per un ascolto di sottofondo i bassi sono presenti e ben bilanciati e l’audio mi è piaciuto molto.

Quando andiamo ad alzare il volume però i bassi tendono pian piano a sparire. Ma il suono rimane comunque di qualità e piacevole per ascoltare musica o le notizie.

Anche se lo utilizziamo per vedere dei video, magari tramite YouTube o Netflix, il suono è di qualità e le parole sono chiare e facilmente comprensibili.

Monitoraggio del sonno

L’altro grande aggiornamento che troviamo su Google Nest Hub 2 è, come detto prima, l’aggiunta del sensore Soli. Questo nuovo sensore aggiunge due funzionalità molto interessanti. 

La prima riguarda la possibilità di comandare Google Nest Hub 2 tramite i gesti. Infatti, attivando questa funzionalità, potremo mettere in play/pausa la riproduzione di un contenuto multimediale, ma anche posticipare o fermare timer e sveglie.

La rilevazione dei gesti è molto precisa e la si può usare fino a circa 2 metri di distanza. Oltre quella distanza capita a volte che il gesto non viene rilevato correttamente.

La seconda e forse la più utile delle funzioni disponibili al momento grazie al sensore Soli, riguarda il Monitoraggio del sonno. Questa nuova funzionalità permette di monitorare il sonno di una persona semplicemente appoggiando il Google Nest Hub 2 sul comodino, senza dover indossare altri dispositivi come ad esempio il Google Fitbit. 

Infatti, grazie al nuovo sensore, che ricordiamo non è una fotocamera e quindi non riesce a riconoscere volti o persone, Google Nest Hub 2 è in grado di percepire i nostri movimenti e il nostro respiro e, insieme al microfono, riesce a fornirci un grado completo su come dormiamo. Possiamo anche dargli la possibilità di monitorare se russiamo o se tossiamo durante la notte.

Una funzionalità che ho trovato molto utile e che dopo una piccola calibrazione iniziale di pochi secondi, permette di monitorare la qualità del nostro sonno in maniera molto precisa, soprattutto considerando che si tratta di un dispositivo non indossabile. 

Altra cosa interessante è che funziona benissimo anche se ci sono altre persone in stanza che dormono con noi, purché ovviamente non siano tra noi e il sensore. Riesce però a monitorare il sonno di una sola persona per volta.

L’unica pecca è che si tratta di un servizio premium che, come conferma la stessa Google, sarà gratuito solo fino al 2023. Poi sarà inserito nel piano Fitbit Premium che, al momento, costa 8,99€ al mese.

Assistente vocale

Ovviamente, la considerazione più approfondita va fatta su come si comporta Google Nest Hub 2 come assistente vocale e quanto smart riesce a rendere la nostra casa.

Schermata che mostra la domotica di Google Nest Hub 2

Da questo punto di vista sicuramente non si smentisce. Infatti, seppur vero che non è sempre preciso nell’attivazione del comando vocale, soprattutto rispetto al suo competitor diretto Alexa, si può assottigliare questa disparità semplicemente aumentando la sensibilità. In più possiamo inserire un suono di inizio ricezione, cosa che ho trovato estremamente comoda perché mi permette di non dovermi concentrare nel guardare il display per capire se il comando è stato recepito. Funzionalità molto utile soprattutto siamo lontani o di spalle.

Dal punto di vista di interazione con l’assistente poi è eccellente. Potendo sfruttare il motore di ricerca Google, ogni cosa che chiediamo ha una risposta precisa. Possono essere curiosità o informazioni, così come indicazioni stradali tramite Google Maps o ad esempio un video su YouTube. Come sappiamo per queste cose Google non ha rivali

Per quanto riguarda le indicazioni stradali, una cosa interessante è che all’interno dell’app Google Home, possiamo impostare sia il mezzo che usiamo per andare a lavoro, che come ci spostiamo abitualmente. In questo modo calibrerà già da subito le indicazioni in base alle nostre abitudini.

L’integrazione con gli altri prodotti Google poi è fatta benissimo. L’ecosistema di Mountain View cresce sempre più e questo Google Nest Hub 2 si integra perfettamente. Ad esempio possiamo tranquillamente comandare una TV smart Android o che disponga di un Chromecast. Possiamo quindi accenderla o spegnarla, cambiare canale, ecc.

Per quanto riguarda la domotica, ormai la compatibilità con prodotti smart è altissima e al pari di quella di Alexa. Possiamo comandare tapparelle smart o videocitofoni, cambiare la temperatura della stanza o modificarne la luminosità. 

In più, grazie al protocollo Thread inserito in questa nuova generazione, ma non ancora attivato (cosa che sicuramente sarà fatta con un aggiornamento software in futuro), potremo utilizzare in modo migliore tutti i dispositivi smart nella nostra rete.

Conclusioni

In definitiva, la recensione di Google Nest Hub 2 è più che ottima. Dal design pulito ed elegante, con un display che lo rende perfetto per ogni ambiente, ci ha sicuramente convinto. 

Lato domotica offre una grandissima compatibilità e come visto già aggiornato con i nuovi standard come il protocollo Thread. 

Dal punto di vista audio poi è sicuramente convincente e grazie al suono pulito e ricco di bassi, ci da la possibilità di ascoltare musica in maniera molto piacevole.

Poi, visto anche il prezzo di 99.99€, ma che può essere trovato tranquillamente sui vari store anche a circa 65€, secondo noi è sicuramente un must have soprattutto se utilizziamo già l’ecosistema di Google, in cui si integrerà alla perfezione.

E voi cosa ne pensate di questo Google Nest Hub 2, fatecelo sapere nei commenti!!