Vaccini Covid-19 efficaci anche contro la variante indiana dopo la seconda dose

Una ricerca condotta dalla Public Health England e pubblicata per ora solo in preprint, ha studiato l’efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e AstraZeneca contro la variante indiana del coronavirus.

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Nonostante la massiccia campagna vaccinale portata avanti dai governi di tutto il mondo, a spaventare oggi sono le varianti del coronavirus che si possono avere, come la variante scoperta in India nell’aprile del 2021 e per le quali non a priori si può sapere quanto i vaccini somministrati possano essere efficaci. 

La Publich Health England ha recentemente effettuato uno studio, i cui risultati non sono ancora peer reviewed, ma disponibili in anteprima in preprint, in cui è stata analizzata l’efficacia contro la variante indiana dei vaccini delle case Pfizer-BioNTech e di AstraZeneca dopo la somministrazione della prima e della seconda dose.

Lo studio si è basato sui dati delle vaccinazioni raccolti dalle autorità inglesi fino al 16 maggio 2021, combinati con quelli delle infezioni Covid-19 e con il sequenziamento del genoma del virus, che permette l’individuazione delle varianti del virus. In particolare sono state studiate le varianti indiana e inglese.

I risultati dello studio mostrano che l’efficacia dei vaccini testati dopo la somministrazione della prima dosa risulta essere notevolmente più bassa per la variante indiana (33,5%), rispetto alla variante inglese (51,1%), con risultati simili per entrambi i vaccini testati.

Risultati più incoraggianti invece si hanno con la somministrazione della seconda dose, dove sono state osservate solo modeste differenze nell’efficacia dei due vaccini contro le varianti testate. In particolare il vaccino di Pfizer-BioNTech ha presentato un’efficacia dell’ 87.9% contro la variante indiana, rispetto al 93.4% che si ha con la variante inglese. Mentre per quanto riguarda il vaccino di AstraZeneca, le percentuali sono un po’ più basse e pari al 59.8% per la variante indiana, rispetto al 66.1% rilevato contro la variante inglese. Per entrambi i vaccini i dati sono stati rilevati a due settimane dalla somministrazione della seconda dose.

Come si può vedere dai dati, dopo le 2 dosi, si hanno differenze modeste rispetto all’efficacia con entrambe le varianti. La differenza invece dell’efficacia tra i due vaccini testati, secondo gli autori dello studio, va ricercata nella modalità di somministrazione della vaccinazione. Per il vaccino di Pfizer-BioNTech, infatti, la seconda dose viene somministrata dopo 3 settimane, mentre per AstraZeneca dopo 12 settimane. Questa differenza di somministrazione delle dosi potrebbe spostare il picco di efficacia oltre le due settimane dalla seconda dose, momento nel quale è stato svolto lo studio.

In generale però, concludono i ricercatori, si riscontra comunque un alto livello di protezione dei due vaccini anche contro la variante indiana, che potrebbe aumentare ancora di più nel caso di forme più severe della malattia.